Una denuncia per diffamazione aggravata e calunnia: l’ha depositata, presso la Procura della Repubblica, Giuseppe Cortese, con l’avvocato Massimo Barbero, contro l’informatore, ancora anonimo, che, ne è convinto il giornalista novarese, avrebbe dato origine, con le sue dichiarazioni, all’intera inchiesta che ha coinvolto lo stesso Cortese e non solo.
L’indagine di cui parla Cortese ha origine dall’informativa del 14 maggio 2012. Qui si legge: “Il forte legame tra Giordano e Cortese sarebbe confermato anche da alcune speculazioni fatte in collaborazione tra i due. Infatti, fonti confidenziali riferivano che per la sua posizione politica Giordano veniva a conoscenza del progetto della proprietà del Novara Calcio di costruire un centro sportivo Novarello individuando il sito più appropriato come quello della Cascina di Via del Gazurlo, ritenuto ideale per la vicinanza con lo stadio Piola. A questo punto, Giordano e Cortese avrebbero acquistato i terreni agricoli intorno alla cascina per poi rivenderli a De Salvo. Per qualche motivo non conosciuto ancora, i De Salvo trovavano poi più conveniente realizzare il complesso sportivo a Granozzo. In quel frangente, la Tribuna, oltre a criticare la scelta facendosi portavoce dei tifosi soprattutto i più anziani che non potevano più seguire gli allenamenti dei loro beniamini, iniziava una campagna di stampa contro il gruppo De Salvo, insinuando dubbi sull’origine della fortuna economica della famiglia”.
Una calunnia alla quale Cortese non si presta, ma su cui soprattutto intende fare luce, proprio attraverso la denuncia per diffamazione aggravata che porterà ad identificare, con nome e cognome, l’informatore stesso. “E’ un’accusa falsa e gravissima sulla quale sono determinato a fare chiarezza, con tutti gli strumenti a mia disposizione perché ci sono di mezzo sia la mia dignità professionale sia la libertà di stampa, due temi a me carissimi. Intanto, le dichiarazioni di questo informatore ignoto mi stupisce non siano state verificate seduta stante. Sarebbe bastata una consultazione al Catasto. Io di quel terreno non ho mai saputo nulla, fino alla lettura dell’informativa; inoltre, si disegna il mio legame con Giordano come un legame legato ad interessi e a speculazioni, quando invece tra noi c’è un’amicizia che dura da 20 anni. Oltretutto, vengo anche colpito sul piano professionale: un direttore di testata che utilizza il proprio giornale per interessi privati? Non scherziamo! Mi hanno colpito nel cuore della mia dignità professionale”. Secondo Cortese, da quella segnalazione (rimasta tale) sarebbe partita l’intera inchiesta che ha portato poi all’indagine che ha toccato anche il caso Nord Ovest: “Da quel momento, è stato un crescendo di attività investigativa con intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti (disposti proprio a seguito di quella segnalazione) per me e per mia moglie. Dopo un anno e mezzo, sulla questione non è emerso nulla. Ma faccio fatica a credere che sia stata necessaria un’attività di questo genere per scoprire che né io né Giordano avevamo alcun interesse su quel terreno. Sono basito, ma proprio per questo non voglio lasciar scemare la vicenda; pretendo che venga fuori questo nome”.
Tribuna Novarese, di cui Cortese, al tempo della segnalazione, era direttore, aveva affrontato il tema Novara Calcio e Gruppo De Salvo con una lettura in primis legata al territorio: spostandosi a Granozzo, i De Salvo di fatto sottraevano alla città un patrimonio come quello della squadra degli azzurri. In seconda battuta, Tribuna aveva anche avviato un approfondimento legato ai terreni di Novarello, quelli che hanno riguardato l’ampliamento della struttura e che sono risultati proprietà del vicesindaco del comune al confine con Novara. Ampliamento avvenuto con una variante di piano regolatore naturalmente approvata dall’amministrazione comunale. Questi due punti, in sostanza, erano emersi dall’inchiesta giornalistica di Tribuna, “punti sui quali nessuno ha eccepito in alcun modo. Nessuna querela, nessuna richiesta di rettifica… Nulla! Anzi quello che mi stupisce è che non sia stata approfondita la questione di Granozzo”.
Cortese interviene oggi, a vicenda pressoché chiusa che non ha portato a nessun avviso di indagine. Per il resto dell’inchiesta, fa sapere Cortese, “saranno adottate da parte mia altre precise iniziative non appena la Procura formalizzerà la richiesta di rinvio a giudizio sul caso Nord-Ovest”.
“Ho dedicato una vita di lavoro e di impegno per la libertà di stampa e per tenere fede al mio onore. Su questa vicenda non intendo retrocedere di un passo. Non è detto che nel momento in cui verrà identificata la fonte, non si ravvisi anche un impatto della sua “credibilità” sul resto dell’inchiesta”…