Quando si affrontano i ricordi, bisogna andare sul ricordo personale.
Io ho conosciuto Franco Nicolazzi, allora semplice consigliere provinciale, nel 1960, quando il maestro di Gattico venne eletto trionfalmente nelle file del PSDI alle elezioni della Provincia. Allora quelli del Psdi erano soprannominati “piselli” forse per il colore della tessera
Lavoravo allora (pietoso eufemismo) all’Amministrazione provinciale di Novara, ufficio tecnico, in piazza Matteotti, direttore l’esimio ingegner Serafino Tirinnanzi De Medici. Un uomo di eleganza e correttezza incredibili.
La maggior parte degli impiegati e delle impiegate, soprattutto geometri e qualche ingegnere, erano stati assunti con il classico “metodo all’italiana”. Cioè dietro raccomandazione: chi dal parroco, chi dai sindacati, chi dai partiti. Insomma erano un po’ tutti marchiati DC, PSI o PCI. Sparuta la rappresentanza dei liberali e dei repubblicani. Inesistenti quelli provenienti dal Psdi, il socialismo democratico di Saragat.
Ebbene, quando Nicolazzi prese possesso della carica di consigliere provinciale, e poi fu eletto vicepresidente della Provincia con presidente l’avvocato Natale Menotti di Intra, in pochi mesi avvenne una specie di “miracolo”. Detto anche trasformismo.
Perché Franco Nicolazzi, un carisma come pochi, seppe assicurarsi le simpatie di tutti, sottolineo tutti, dirigenti, impiegati, impiegate dell’Ufficio Tecnico della Provincia, attraverso una serie di pranzi e cene nelle diverse osterie della vasta Provincia novarese che allora comprendeva (fortunatamente) anche il futuro VCO, Verbano Cusio Ossola.
Oltre alle tavolate super-amichevoli, Nicolazzi seppe guadagnarsi la fiducia di tutti grazie anche ai colloqui diretti, discutendo delle esigenze degli impiegati, del loro ufficio, dei loro problemi personali.
Insomma, una valanga di personalità si abbattè sui “poveri”, indifesi impiegati provinciali!
Io stesso ero entrato nelle file della Provincia come aiuto-applicato aggiunto in prova (dopo questa carica infima c’era soltanto la donna delle pulizie), caldeggiato o raccomandato da un pro-console democristiano del borgo di Sant’Andrea, lo scalfariano Attilio Lunga.
Ebbene, Nicolazzi fece in fretta ad accorgersi della mia presenza, perché gli capitò fra le mani un’occasione d’oro per far pubblicità a lui e alla provincia novarese: la partecipazione di Arona al programma televisivo “Campanile Sera”.
C’era disperato e urgente bisogno di concorrenti che rappresentassero al meglio Arona. Qualcuno sussurrò a Nicolazzi che io potevo disporre di alcune qualità valide per sostenere il ruolo di rappresentante aronese.
Piombò come un fulmine nel mio ufficio (che era un ex ripostiglio raffazzonato alla meglio), mi prese per la giacca e mi invitò, anzi mi intimò, di presentarmi il giorno e l’ora tal dei tali ad Arona per provare le mie capacità di cultura superficiale.
Io protestai timidamente affermando che ero novarese e non aronese. Protesta inutile, lui mi aveva già trovato un domicilio provvisorio ad Arona in via Paleocapa, numero civico che non ricordo.
E fui catapultato sul palcoscenico RAI-TV del teatro della Fiera di Milano in via Arona (ironia della sorte). Trasmissione in diretta, ogni giovedì sera, per otto giovedì consecutivi. E feci anche una buona figura vincendo spesso i miei scontri diretti con gli avversari che via via mi venivano assegnati.
In parole povere, resi onore alla avventata scelta di Nicolazzi di uno sconosciuto qual ero io.
Un’avventura che cambiò radicalmente la mia vita e mi aprì ampie prospettive di lavoro, di conoscenze e di occasioni.
Più avanti negli anni ebbi l’occasione di chiedere un favore famigliare al ministro Franco Nicolazzi, e lui –che aveva memoria ferrea- mi riconobbe subito e mi rese il favore che io –a modo mio- gli avevo procurato con la buona figura televisiva, per me, per lui e per la Provincia di Novara.
Che uomo, Franco Nicolazzi! Una personalità nata e cresciuta in un piccolo grazioso verde paese del basso novarese, proiettata a Roma come un missile, e diventata nel tempo ministro dell’industria e poi dei lavori pubblici.
Con al suo attivo l’autostrada Voltri-Sempione, l’ospedale di Borgomanero, alcune tangenziali di Novara, molti nuovi municipi e nuove caserme dei carabinieri, oltre ai favori personali resi a centinaia di novaresi e non.
La parte negativa di eventuali tangenti eccettera non mi interessa proprio, e mi lascia completamente indifferente, avendo conosciuto nel tempo veramente l’uomo Franco Nicolazzi, il novarese Franco Nicolazzi.