Nonostante il Governo abbia annunciato la possibilità di un’apertura delle attività di ristorazione, somministrazione ed artigianali attraverso la formula dell’asporto dal 4 maggio (per una riapertura “vera” se ne riparla dopo il 1 giugno), il Governatore del Piemonte Alberto Cirio ha al contrario annunciato di voler utilizzare una maggiore prudenza. Quindi apertura in tutte le Regioni, tranne, appunto per il Piemonte. Una decisione che il Presidente ha motivato con il rischio “assembramenti che soprattutto a Torino diventerebbero di difficile gestione, in particolare dal punto di vista dell’ordine pubblico”. Un orientamento che, secondo Cirio, tiene conto della particolarità della curva dei contagi nella Regione e dei suggerimenti di medici e scienziati.
Questo mentre diversi membri anche della stessa maggioranza che sostiene Cirio in Regione, si siano detti contrari al protrarsi di una situazione che ha ormai messo in ginocchio un importante settore dell’economia piemontese. Favorevoli ad una ripresa soft dal 4 anche molti Enti Locali e fra questi l’amministrazione Comunale di Novara. Certo è che la decisione che ha creato una sollevazione fra le associazioni di categoria, ristoratori e titolari di pubblici esercizi.
Ultimi in ordine di tempo gli artigiani della ristorazione del Piemonte, come gelaterie, pasticcerie, pizzerie e rosticcerie “Apprendiamo dai media con sgomento e preoccupazione l’ipotesi di uno slittamento del take away – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando per il protrarsi del Lockdown. Siamo sconcertati come un’amministrazione possa legittimare in questo modo il proliferare della concorrenza sleale della grande distribuzione. Se i Governatori di altre regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio perché non farlo anche qui da noi?”.
“Da giorni riceviamo telefonate di artigiani della ristorazione che chiedono di far pressioni sulla Regione – continua Felici – per consentire anche nel Piemonte almeno con la formula del ritiro in negozio, la vendita di tutte le loro produzioni”.
“Tutti i mestieri artigiani della ristorazione – si legge in una nota di Confartigianato – a causa delle disposizioni imposte dai Decreti, da inizio marzo non hanno potuto effettuare la somministrazione dei loro prodotti e neanche vendere direttamente attraverso la modalità di semplice asporto dei prodotti. Inoltre, alcune attività artigiane, come per esempio le gelaterie e le pasticcerie sono state pesantemente danneggiate dalle disposizioni ancora in vigore. Queste, infatti consentono la commercializzazione dei gelati nei supermercati, attraverso i banchi frigo, e la negano alle piccole gelaterie artigiane. C’è però da sottolineare come queste ultime, allo stato attuale, avrebbero solo la possibilità di fare consegne a domicilio, attività che, per l’impegno richiesto e oneri burocratici ed economici da affrontare, risultano pesantissime da affrontare per esercizi di piccole dimensioni, a gestione familiare e senza dipendenti, che sono la maggior parte in questo settore.
“Per tutelare queste imprese e scongiurare il colpo di grazia definitivo – conclude Felici – chiediamo al Governatore del Piemonte di fare un’inversione di pensiero per un comparto che è stato già devastato dagli obblighi di chiusura totale”.