Un sindaco cerca di salvare il Comune che governa dal dissesto e, per contro, si becca una bella denuncia per omissione di atti di ufficio. Succede questo a Galliate dove la Guardia di Finanza ha denunciato Davide Ferrari e il suo predecessore Arturo Boccara nell’ambito di un’indagine che ha portato, lo scorso anno, al sequestro dell’area industriale Varallino Real Estate. Nella suddetta area, sono state sono stati rinvenuti amianto e rifiuti chimici, provenienti dall’attività della precedente proprietà, la Tintoria stamperia tessuti. Area che non è mai stata bonificata e che, dopo il fallimento, nel 2007, della Tintoria, è stata messa all’asta e acquistata dalla società immobiliare lombarda. A luglio di quest’anno, il Sindaco Ferrari ha emesso un’ordinanza intimando al privato di procedere con la bonifica. Ordinanza considerata “tardiva”.
“Ma l’ordinanza – spiega Ferrari – era solo l’ultimo atto di un lungo carteggio che è iniziato nel 2009. Dico di più: proprio nel 2009, fui io stesso a far venire a galla la questione, denunciando la situazione di degrado di quell’area abbandonata e non bonificata. La mia prima preoccupazione fu quella di capire se c’era inquinamento della falda acquifera. Mi sembrava l’elemento più grave e periocoloso. Abbiamo chiesto due pareri, entrambi ci hanno tranquillizzati su tale aspetto. Dopodichè, ho pensato che farsi carico, come Comune, di una bonifica di questo genere, ci avrebbe portati al dissesto. Quell’area dista due chilometri da Galliate, è in aperta campagna. La falda acquifera non è inquinata, ma avevo chiesto al proprietario subentrato alla Tintoria di intervenire sull’amianto e sugli agenti chimici rimasti nell’area”.
Tonnellate di documenti e di scambio di lettere e informazioni, ma evidentemente, tutto questo non è stato considerato sufficiente dalla Finanza che ha proceduto alla denuncia dei due sindaci, del privato attualmente proprietario dell’area e di chi l’ha preceduto. Peraltro, il sequestro dell’area risale al maggio 2014. “Le ultime lettere partite dal sottoscritto alla proprietà risalgono al settembre del 2014. Quindi, non mi pare omissione di atti di ufficio. Solo cercavo di salvare il Comune senza impegnare i cittadini in una spesa che avrebbe senz’altro sforato il Patto di Stabilità portandoci al default”. Una spesa che supererebbe i due milioni di euro tra rimozione dei rifiuti tossici e dell’amianto.
“Mi sembra assurdo – conclude Ferrari – far fallire un Comune in una situazione di pericolo ambientale circoscritto. Comunque, staremo a vedere!”.