Non sono molte le canzoni popolari nate in terra di Novara. Abbastanza nota è “L’aqua dal Funtanon”, ma sicuramente più eseguita è “La Canson di Ranin” normalmente eseguita da cori improvvisati, alticci e goliardici durante la degustazione di sani piatti di detti saporiti batraci in qualche osteria della zona.
Ne riportiamo, qui, il testo:
L’ha dì al mè pà
d’andà in tal prà
ciapà i ranin
s-ciapagh i sciampin.
I ranin mi son ciapà
e i sciampin i g’ho tajà.
Lü l’m’ha dì da fai andà
e mi int un piat i ho sbatà.
I son fai un pulentin
g’ho miss insema i mè ranin
e po’ nün i uma mangià
i ranin ciapà int al prà.
Certo sembra parecchio crudele il momento dello rottura della zampine delle povere ranocchiette, ma era indispensabile per evitarne la fuga dopo la cattura.
Quando i Carnevali novaresi erano realmente tali, famosi e partecipati, un coro di bambini festanti aveva come loro inno proprio questa canzone.
Paolo Nissotti