“Grazie alla Clinica S. Carlo ( di Arona ), che ti ha accompagnato altrove con la dignità ed il rispetto che il tuo Ospedale non ti ha del tutto saputo dare”.
Le amare parole sono riportate nel testo del necrologio di Franco Nicolazzi, l’ex Ministro mancato nel giorno di San Gaudenzio ed i cui funerali si sono svolti oggi. Parole forse dettate anche dal dolore dei famigliari del noto esponente politico, riferite al “suo” ospedale, ovvero quello di Borgomanero, dove era stato ricoverato per diversi giorni dall’inizio dell’anno. Lunedì Nicolazzi era stato trasferito alla Clinica San Carlo di Arona, dove poi ha smesso di vivere, qualche giorno dopo.
“Prolungare di qualche giorno il ricovero a Borgomanero – commenta l’ex Sindaco di Novara Armando Riviera con un post su Facebook – sarebbe stato un doveroso atto di gratitudine e di rispetto. Si ricordi l’impegno di Nicolazzi per quella struttura…”.
Fu infatti lui il principale sostenitore della realizzazione di quell’ospedale ed il fatto che proprio lì non abbia potuto passare le ultime ore di vita, pur essendovi stato ricoverato, colpisce assai.
Al necrologio ed ai commenti successivi risponde l’Asl di Novara, sempre con una nota sui social a cura del direttore sanitario “Siamo oltremodo sorpresi e dispiaciuti per le parole riguardanti l’Ospedale di Borgomanero, riportate nel necrologio dell’On. Franco Nicolazzi, che danno un’immagine della nostra Azienda Sanitaria che non ci appartiene. Dall’approfondimento del caso con gli Operatori che lo hanno direttamente avuto in carico risulta che l’On. Nicolazzi è stato ricoverato presso i nostri reparti per il trattamento di una problematica “acuta”. I sanitari hanno assistito il paziente con impegno,… attenzione e rispetto massimi, dando le risposte più adeguate possibili ai bisogni clinico-assistenziali di un paziente complesso, e superata la fase acuta della malattia hanno dato completa informazione delle condizioni del paziente ai familiari, che – esclusa l’opzione di una gestione a domicilio – hanno condiviso il trasferimento in idonea struttura”.
“Il paziente ha quindi proseguito il suo percorso di cura in una struttura ospedaliera accreditata della rete locale (Casa di cura San Carlo) dotata di Lungodegenza, reparto che nell’Ospedale di Borgomanero non esiste. Tutti coloro i quali si rivolgono al nostro Ospedale hanno diritto ad usufruire del percorso diagnostico terapeutico assistenziale che può essere offerto da una struttura per la cura di malattie in fase acuta, nei tempi e nei modi stabiliti dai clinici, assicurando la permanenza in degenza a chi ne ha più bisogno: l’uso appropriato dei Servizi Sanitari da parte degli operatori e degli utenti è garanzia di qualità ed equità di accesso e trattamento”.
Tutto corretto, tutto condivisibile, ci mancherebbe. Resta l’amarezza, però, perché non sempre quel che è corretto segue le ragioni del cuore ed i famigliari, colpiti, hanno risposto in modo inusuale.
Dunque lasciare che Nicolazzi morisse lì, nel “suo” ospedale, a Borgomanero, non sarebbe stata una cosa giusta, lo dicono i sanitari e non abbiamo motivo per dubitarne. Sarebbe più che altro stata una cosa “buona”… Insomma una cosa troppo rara per questi tempi.