Avete presente quei bei convegni ronfosi e pomeridiani delle estati torride come questa? Quelli dove sai che la metà degli intervenuti, in genere non più di un manipolo di dieci, è lì per l’aria condizionata e per il buffet finale? Ebbene non stiamo parlando di questo. Perché ieri all’incontro che vi andiamo a raccontare son scoppiati e petardi e le sorprese non son mancate.
Il convegno “Sport e Sviluppo Territoriale” organizzato dal Comune di Novara e dall’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro intanto era fissato ad un orario non abituale (le 12,30), il pubblico oggettivamente era presente (anche se l’ampiezza dell’aula magna non rende l’idea) e non c’era buffet.
Fin qui un successo e complimenti all’organizzazione.
Il tema ruotava attorno presentazione di un nuovo sito e ad una convenzione fra l’Università ed il Municipio in materia di sport, promozione sportiva e culturale. A rompere le uova nel paniere gli interventi degli olimpionici Paolo Milanoli e Maurizio Nalin, due che di sport qualcosa hanno da dire… Ma andiamo con ordine…

Paolo Milanoli a Sydney
Dopo l’apertura del primo cittadino Andrea Ballarè, che con toni autocelebrativi rivendicava alla propria amministrazione gli straordinari successi in ambito sportivo per la città, quello sobrio e puntuale di Eliana Baici, direttore del dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dell’Università, le relazioni dei docenti Antonella Capriello, Stefania Cerutti e Piercarlo Rossi son sembrati dei buoni compiti: corretti ma piuttosto scontati, almeno per la metà della platea che seguiva l’evento, composta da dirigenti dello sport e rappresentanti dell’associazionismo sportivo e culturale.
Lo sport fa bene, aggrega, è salute, alimenta l’economia e via di questo passo…
Lo sport fa bene, aggrega, è salute… Lo sport aiuta l’ambiente, crea economia e indotto (fino a sostenere che il settore potrebbe essere quello economicamente più rilevante per la città come potrebbe rivelare una ricerca in corso – auguriamocelo!)… Lo sport non è solo agonismo, aiuta a superare le differenze, lo sport è cultura, lo sport deve fare rete e via di questo passo… Più interessante il quadro delineato circa la possibilità di accedere alle misure di finanziamento europeo anche attraverso accordi di parternariato con altri paesi (un accenno lasciato cadere circa una possibilità di collaborazione con Tunisi ha ingolosito i presenti che si son visti passare davanti le immagini dei “Giochi del Mediterraneo” del 2001!!!), sfruttando il nuovo corso delle politiche comunitarie in materia…

Maurizio Nalin
Ma l’assessore è ancora assessore? Sì, no… Boh?
Insomma in un clima ricco di buoni propositi ecco il primo colpo di scena: prende la parola l’assessore (?) allo sport Giovanni Agnesina, quello di cui pochi giorni prima erano state annunciate le dimissioni e la sostituzione con Rossano Pirovano (presente in sala e che non ha fatto un plissé). Senza citare il successore, senza fare cenno alle dimissioni – ma di questo ne riferiamo in altro articolo – Agnesina ha di fatto spiegato la “sua” politica in tema di promozione sportiva, che prende spunto dal programma “Novara è Sport” della precedente amministrazione e pone la questione di rinnovarlo “Perché quando una cosa è buona non va buttata via, semmai migliorata” (atteggiamento mentale che, se seguito nei fatti, gli varrebbe la permanenza nel ruolo sine die…).
L’esperienza Volley Novara: vai avanti se ci sono i soldi, altrimenti ciccia…
Interessante poi l’intervento di Fabio Leonardi, scoppiettante dirigente della Igor Volley (è anche vice presidente del Consorzio Gorgonzola) che ha rimarcato il valore dell’esperienza Novara, basato sulla professionalità e soprattutto sulla sostenibilità del progetto dal punto di vista economico, parlando della collaborazione con il Novara Calcio e con gli sponsor del medesimo in primis la Banca Popolare. La sostanza del ragionamento è se c’hai i soldi e l’appoggio della città (come nel caso) vai avanti, altrimenti no: il che è vero come domani sorge il sole, ma è apparso già un tantino stridente con tutto quanto udito prima.
Ma il vero colpo di teatro lo hanno riservato Maurizio Nalin e Paolo Milanoli, (i cui nomi non comparivano nemmeno nelle locandine d’invito che riferivano solo di “testimonianze di atleti del mondo dello sport”).
Nalin: “A Novara la grande atletica non viene perché la nostra pista fa ridere. Da 14 anni senza medaglie olimpiche”
I due olimpionici – che non hanno certo bisogno di presentazioni – han messo subito le carte in tavola: “Io sono dirigente sportivo ora – ha esordito Nalin – e se parliamo di atletica vi dico che gli atleti importanti non vengono a Novara perché abbiamo una pista che fa ridere, come quella per il salto in lungo. Da 14 anni questo territorio non vince nessuna medaglia olimpica: gli ultimi siamo stati noi e questo deve far riflettere. Siamo indietro di 14 anni”.
E ancora “Io sono stato fortunato: ho avuto un grande sponsor in De Agostini, ho avuto tutta la città vicina, Provincia, Comune… Tutti… a tutti i livelli. Al Quish Quosh (palestra privata di Massimo Contaldo, anch’egli ex assessore in Comune) mi allenavo gratis. Mi hanno aiutato tutti ed i risultati sono arrivati. Lo sport al primo posto per l’economia novarese? Ci spero, ma è dura che sia cosi oggi. Oggi si investe solo sul calcio e poco altro… Io alleno paratleti ed una mia ragazza si è classificata per una importante gara all’Aquila… Ebbene non ha potuto partecipare perché non abbiamo trovato nessuno disposto ad accompagnarla. In questa città si parla di sport per tutti, ma non è così. Lo sport non è per tutti…”.
“Qui da noi lo sport non è per tutti”
Ha aggiunto il carico da novanta Paolo Milanoli “Sport e promozione territoriale vanno bene, ma non vorrei stessimo facendo il passo più lungo della gamba… Io quando vado a convegni come questo e poi penso alla mia esperienza non mi ci ritrovo tanto. Così come non mi sono mai trovato nelle parole di De Coubertin “L’importante non è vincere ma partecipare”: io ho sempre voluto vincere e quando ho perso me ne sono fatto una ragione. Ma non si pratica sport a certi livelli per “partecipare”; parliamo di cose diverse…”.
Milanoli: “Io non ho mai gareggiato per partecipare, ma per vincere…”
“Lo sport viene sempre santificato, come quando si dice che fa bene… Insomma… dipende dalle dosi, perché un atleta a fine carriera ha il fisico di un ottantenne.. E tutti i “valori” che spesso vengono appiccicati allo sport hanno a mio avviso poca attinenza con al realtà. Allora perché lo sport piace così tanto e perché tutti ne parlano? Io credo perché è il “modello” sportivo ad essere vincente: regole certe, merito – ovvero io vinco, tu perdi e l’altro è ultimo -, riconoscimento di questo merito: non diventi ct della nazionale per raccomandazione, come accade in altri ambiti, ma perché quello che sai fare l’hai già dimostrato. Nella vita reale non è così ed in questo modo vengono occupati ruoli senza averne alcun titolo”.
“Aiutare lo sport nel concreto? Partiamo dal capitale umano”
“Sportivo è chi fa sport: non chi lo guarda, chi tifa, o chi si compra una squadra… Quando si parla di sport dobbiamo entrare nel concreto. Le ricerche vanno benissimo ed una fondamentale va fatta: quella sul capitale umano, sulle risorse del territorio. Facciamo un censimento fra i giovani atleti e da lì partiamo se vogliamo fare politiche per lo sport; poi vanno bene i bandi europei, i finanziamenti e la promozione sportiva. Ma perché non cominciamo con il promuovere lo sport sul serio?”.
Applausi scroscianti per un verso, gelo dall’altra parte. Quando si dice parlar chiaro…
Andrea Aguyar