Rigettato dal Tar, il Novara calcio come il Titanic: frattura insanabile società-giocatori, scambio al vetriolo via pec
Il Tar rigetta il ricorso del Novara calcio, definitivamente fuori dalla serie C. Intanto il gruppo squadra scrive alla società, che risponde annunciando la sospensione dei pagamenti per: “Ammutinamento e abbandono del posto di lavoro”.
Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato ieri dal Novara calcio, gli azzurri sono definitivamente esclusi dal campionato di serie C. Finite le speranze, le chiacchiere, gli alibi. Dopo 113 anni di orgogliosa storia ininterrotta, gli azzurri non saranno tra i professionisti, e malgrado le narrazioni della proprietà, nessuna squadra potrà scendere in campo, in qualsivoglia campionato, anche solo per il fatto che nelle prossime ore, tutti i tesserati, dalla prima squadra fino ai più piccoli del settore giovanile, si svincoleranno e saranno liberi di accasarsi altrove.
Se ne andranno delle bandiere viventi come Pablo Gonzalez e Daniele Buzzegoli, si perderanno ragazzi con l’azzurro marchiato sul petto, come Nico Schiavi, Davide Bove, Marco Bellich, nati e cresciuti nella prolifica “cantera” griffata Borghetti. Addio inevitabile anche per talenti come Marco Zunno, Vittorio Pagani o Mattia Tordini, ultimi prodotti dell’onda lunga del fu settore giovanile d’eccellenza. Ovviamente, avranno facile mercato calciatori di categoria come Pogliano, Cagnano, Rossetti, Panico o Malotti.
L’addio di tutti i calciatori tesserati, scritto nelle norme federali, è stato persino anticipato da una frattura insanabile tra il gruppo squadra e la proprietà, che avrebbe persino reso vano un insperato miracolo che fosse arrivato dai tribunali.
Nelle ore scorse infatti, i calciatori hanno ricevuto una pec dai toni non certamente concilianti, resa di dominio da un tifoso che l’ha pubblicata sulla propria pagina facebook: “La presente per comunicarle che in data 06.08.21 alle ore 10:30, questa società ha provveduto ad informare le autorità preposte dell’avvenuto ammutinamento collettivo del gruppo squadra con l’abbandono del posto di lavoro”.
Nella missiva, c’è la ricostruzione su base testimoniale, che fa riferimento all’abbandono serale del ritiro, da parte di alcuni tesserati, così come il riferimento a discorsi tenuti negli spogliatoi e riferiti da qualche gola profonda, che raccontano di un gruppo estenuato e completamente scollato dalla narrazione “normalizzante” raccontata dai dirigenti. Gruppo squadra sulla quale sono caduti gli strali della società, pronta ad assumere provvedimenti severissimi: “Dopo l’esito del Tar – si legge nella pec – verrà multato e i pagamenti a lei dovuti saranno sospesi. Nessuno è titolato ad abbandonare il posto di lavoro quando è vincolato da regolare contratto”.
Regolare contratto che ad esempio, prevederebbe il pagamento degli emolumenti, mentre la mensilità di giugno è saltata, e quelle precedenti pagate in ritardo. Mentre come è noto, i dipendenti non tesserati, non prendono lo stipendio da mesi. Insomma la pretesa di veder rispettare i contratti, seppur in una situazione così drammatica, dovrebbe essere biunivoca, e dunque risulta quanto meno curioso, che una società insolvente ed avviata al disastro, assuma carattere d’inflessibilità verso i propri calciatori.
La lettera inviata al gruppo squadra, giunge in risposta alla missiva che i giocatori hanno singolarmente spedito alla società, dopo aver consultato l’Associazione Calciatori, chiedendo lumi e garanzie, rispetto ai fatti che poi si stanno purtroppo realizzando.
Le ultime ore del Novara calcio, sembrano ricalcare la mesta fine del Titanic, con la proprietà che vivendo una propria realtà parallela, continua incurante a suonare la propria dissonante verità, come faceva l’orchestra del famoso transatlantico prima di affondare al largo di Terranova.
La fine della squadra azzurra è sancita, quella della storica società non ancora, e verrebbe quasi da dire “purtroppo”, perchè l’impressione è che fra minacce di denunce e conti ancora tutti da tirare, il redde rationem sembra ancora tutto da scrivere.