Il Comune non ha più soldi e quindi le società sportive dovranno arrangiarsi come possono nella realizzazione di lavori di manutenzione straordinaria. Lo prevede il nuovo regolamento, attualmente al vaglio di commissione e legali e, successivamente, oggetto di dibattito in consiglio comunale.
L’assessore Agnesina illustra il nuovo regolamento
L’assessore allo Sport Giovanni Agnesina puntualizza: “Il nuovo regolamento di massima è una raccolta di buone pratiche che già si facevano prima. La novità consiste nella possibilità, su base volontaria, voglio evidenziarlo, di farsi carico di eventuali manutenzioni straordinarie degli impianti, prorogando, come contropartita, i termini della concessione”.
Al momento, la manutenzione straordinaria (i cui limiti comunque non sono nemmeno ben definiti) è in carico al Comune “che però – puntualizza Agnesina – in un momento come quello che si sta attraversando ha evidenti problemi ad intervenire sull’impiantistica. Se a questo si aggiunge la burocrazia che spesso richiede tempi lunghi, è facile pensare che le società si trovino in difficoltà. Se devono riparare una caldaia, ad esempio, intervento contemplato nella manutenzione straordinaria, chiedendo al Comune occorrerebbe attendere a lungo. Se invece la società decide di intervenire autonomamente è chiaro che i tempi si accorciano”. Secondo l’assessore Agnesina, “la consulta dello sport e il mondo sportivo hanno accolto la novità con grande interesse. Non si sta parlando di trasformazione degli impianti, anche perché le cifre in questo caso lievitano, bensì di interventi come caldaie, luci ecc. Il Comune prorogherà, sulla base di criteri legati non solo all’attività sportiva, ma anche ai risvolti sociali che essa può avere, la concessione fino ad un tetto massimo di 9 anni”.
Ma la minoranza si oppone…
Secondo Daniele Andretta, capogruppo dell’NCD ed ex assessore allo sport con la giunta Giordano, “esternalizzare il conto alle società sportive significa rovinarle e creare società di serie A e società di serie B”.
Alessandro Canelli, Lega Nord ed assessore provinciale allo Sport, così commenta: “Non ci sono più soldi da investire e il Comune sta seguendo questa strada. In un mondo perfetto gli impianti sportivi vanno gestiti e manutenuti dall’ente pubblico investendo risorse, sistemando e dando in gestione. Ovvio che non sono d’accordo con questa scelta, ma è prioritario che le società possano continuare a svolgere attività sul territorio, anche se i loro rappresentanti non hanno certo accolto questa soluzione con entusiasmo… Chi se lo potrà permettere potrà intervenire sugli impianti, le piccole società che con tanti problemi portano avanti la loro attività sportiva, invece, dovranno attendere i tempi del Comune. Sembra quasi un ricatto, anche se non c’è nessun obbligo. Comunque vedremo come andrà a finire…”
E le società vogliono restituire le chiavi dell’impianto
Il fine giustifica i mezzi? Può darsi, ma c’è già chi è tentato di consegnare le chiavi al Comune e chiudere la propria attività: “In realtà, questo regolamento non lo abbiamo ancora ricevuto – spiega Giacomo Ceffa della società sportiva Libertas Rapid, che gestisce il campo sportivo del Torrion Quartara – Tra l’altro molte convenzioni sull’impiantistica sportiva, in particolare sui campi di calcio, stanno per scadere. Col principio che il Comune è senza soldi, si scaricano sulle società sportive gli eventuali interventi sugli impianti stessi. In questi anni abbiamo lavorato tanto per i giovani della città e del territorio. Quando non ci sono entrate diventa difficile trovare le risorse anche soltanto per andare avanti con l’attività sportiva, figuriamoci con la manutenzione straordinaria… Ogni mese arrivano le bollette e vanno pagate, non si scappa. Mi fa specie che al numero 6 di corso Cavallotti ci sia l’Ufficio Sport che prende queste decisioni e al numero 23 ci sia l’ufficio servizi sociali che ci chiama puntualmente per farci carico di qualche giovane o bambino in difficoltà. E’ un controsenso”.
Contaldo: “Manca una visione politica dello sport”
Massimo Contaldo, gestore del Quis Quash: “La cosa più grave è che il Comune non ha una visione politica sull’attività sportiva; le società sono senza soldi, alle volte nemmeno quasi per iscrivere i bambini alle gare, e adesso chiedono anche di occuparsi della manutenzione straordinaria? Si deve investire sulla politica dello sport, crescendo i giovani e i bambini. Altrimenti chi utilizza gli impianti???”. Insomma, un cane che si morde la coda: da una parte il Comune cerca di tamponare la situazione dando la possibilità alle società sportive di intervenire immediatamente nella manutenzione straordinaria. Certo è che se dall’altra parte, invece, di soldi non ce ne sono… allora a cosa serve un nuovo regolamento???