Si infuoca la polemica sulla questione Sansarella ed omicidio Gennari: ieri l’intervento del Sap, il Sindacato di Polizia, si è concentrato sulla giustizia italiana e su una legge che infliggerebbe, a detta del Sap, pene “leggere” a fronte di reati gravi. Oggi, in risposta al Sindacato, arriva forte e decisa la replica degli avvocati membri del Direttivo della Camera Penale di Novara.
“A prescindere da ogni considerazione sull’omicidio Gennari riteniamo che tali dichiarazioni siano fallaci e irresponsabili. Il Sap, infatti, critica aspramente il fatto che, anche per gravi reati, le pene irrogate siano miti grazie alla concessione di attenuanti e che, inoltre, ci siano troppi istituti giuridici (a partire dai domiciliari) che evitano il carcere a chi lo meriterebbe (a giudizio del Sap, beninteso). Il tutto frustrerebbe il lavoro della Polizia che, invece, assicura prontamente i delinquenti alla giustizia.
Ora, è ben comprensibile che un Sindacato voglia difendere il lavoro dei poliziotti; meno comprensibile, anzi inaccettabile, che lo si faccia banalizzando la “questione carcere” e soffiando sul fuoco di un populismo penale già purtroppo largamente serpeggiante nella nostra società.
Non è questa la sede per smentire analiticamente le confuse asserzioni del Sap. Basterebbe forse citare gli studi statistici che dicono che il tasso di recidiva (cioè una persona che torna a delinquere) è del 67 % dei casi se la pena è stata scontata in carcere, mentre la percentuale scende al 17% qualora la pena sia stata scontata con una delle pene alternative tanto vituperate dal Sap.
Inoltre non si capisce perché, se “è molto difficile andare in prigione”, le nostre carceri siano così sovraffollate da aver meritato all’Italia diverse sanzioni a livello europeo; che il carcere debba essere utilizzato soltanto quando le altre misure cautelari (per esempio i domiciliari) siano inadeguate lo dicono il codice di procedura penale, la Costituzione e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Non si capisce, infine, quale sia il nesso tra istituti come il rito abbreviato, l’archiviazione per particolare tenuità del fatto e la messa alla prova e il fatto che chi voglia delinquere “possa continuare per anni”. Si ha l’impressione, in definitiva, che il Sap faccia volutamente una gran confusione per portare acqua al proprio mulino e lavarsi le mani da eventuali (e mai ipotizzate) responsabilità per il caso Gennari. Il che rende ancora più gratuite e fuorvianti le dichiarazioni rilasciate da chi svolge un lavoro delicatissimo (e sicuramente apprezzato) ma dovrebbe, per lo stesso motivo, dimostrare maggiore onestà intellettuale”.