La replica non è certo di quelle più morbide. Il Sap, a fronte dell’intervento del direttivo della Camera Penale novarese, risponde a tono, parlando non di populismo, ma di democrazia, di intercettazioni in cui si sentono malviventi stranieri scegliere l’Italia perchè il sistema giudiziario è più mite, di fatti, episodi e cose viste con i propri occhi, per strada. Dopo la presa di posizione del sindacato di Polizia e degli avvocati penalisti novaresi sul caso “Gennari”, ecco le parole dure delle forze dell’ordine rappresentate dal segretario provinciale del Sapo, Michele Frisia:
“Il SAP non può assolutamente ritenersi d’accordo con quanto espresso dal Direttivo della Camera Penale di Novara. E vediamo subito il perché.
1) Consiglio a tutti quelli che stanno leggendo questo post un libro veramente interessante. Si chiama “Mentire con le statistiche” di Darrell Huff. In poche pagine ben argomentate l’autore spiega come sia veramente facile, usando le statistiche così ostili all’uomo medio, sostenere qualunque tesi.
Uno degli errori più gravi in assoluto è quello di confondere il semplice raffronto con il nesso di casualità. Il fatto che un dato sia minore di un altro infatti nulla ci dice sulla relazione fra i due; anzi, si può arrivare a confondere la causa con l’effetto.
Se chi viene punito col carcere è recidivo al 67%, magari è perché per arrivare fino alla prigione ha dovuto continuare a delinquere per anni, e quindi ecco che non è il carcere a rendere recidivi, ma è solo la recidiva che apre le porte del carcere.
2) Le nostre prigioni sono sovraffollate perché da quarant’anni la politica criminale è stata sacrificata a colpi di scure in nome di qualche consenso politico qua e là. Sono sovraffollate perché la certezza della pena è inesistente e sempre più persone provano a delinquere nella speranza di farla franca. E quando un numero enorme di persone delinque, come accade nel nostro paese, allora un numero elevato di persone viene incarcerato.
Quanti ragazzi abbiamo accompagnato in prigione perché per dieci anni avevano fatto il bello e cattivo tempo in città, accumulando condanne mai scontate, benefici e pene alternative, salvo poi dover scontare il cumulo quando ormai la loro vita aveva preso un’altra piega. E’ triste, ma in nome del buonismo generalizzato lo Stato non educa più i cittadini e l’abnorme quantità di detenuti è frutto proprio di questo buonismo.
Noi poliziotti quotidianamente sentiamo, dalle intercettazioni, criminali stranieri che scelgono deliberatamente l’Italia quale paese in cui esercitare i loro traffici, perché giudicato un paese più idoneo rispetto ad altri. E indovinate un po’ il motivo? Non certo il clima, il cibo o il mandolino, ma il sistema penale molto più permissivo.
3) Che “il carcere debba essere utilizzato quando le altre misure cautelari siano inadeguate lo dice il Codice di Procedura Penale” è una bella affermazione. Peccato che il Codice non sia stato scolpito sul monte Sinai e perciò si possa anche cambiare, cosa che è stata effettivamente fatta decine e decine di volte negli ultimi anni, con uno scopo solo: adattare il Diritto Penale alle dimensioni delle carceri e non viceversa. Salvo poi rendersi conto che così tutti i criminali avrebbero fruito dei benefici, anche quelle categorie che agli elettori proprio non vanno giù, come i mafiosi, i pedofili e i violentatori. Ecco allora le manovre correttive, le esclusioni, in un sistema processuale sempre più delirante.
Ma i cittadini sono mai stati interpellati a riguardo?
Il SAP viene accusato di populismo e ci prendiamo questa accusa a braccia aperte. Solo il sostantivo è impreciso: non populismo ma democrazia. La classe politica è stata incapace di gestire il sistema carcerario e le spese le hanno fatte sia i carcerati che i cittadini, sebbene in modo diverso. Indulto e Amnistia, utilizzati allegramente per svuotare le carceri alla bisogna, erano strumenti giuridici creati per ben altre ragioni sociali. Ma questo ai cittadini l’ha mai detto nessuno?
4) Qual è il nesso fra gli istituti citati (rito abbreviato, messa alla prova etc…) e il fatto che chi vuole può delinquere per anni?
Mi stupisce che a una risposta così semplice non ci sia arrivati subito, perché invece sono certo che tutti i cittadini che hanno letto il comunicato stampa del SAP l’hanno capito perfettamente.
Perfino al supermercato si scrive “non cumulabile con altri sconti”, perché ben sanno che in caso contrario i clienti si porterebbero via la spesa gratis, riuscendo magari anche a raccattare qualche euro.
Nel sistema penale invece tutto si cumula, in continuazione. Al SAP non siamo confusi dai diversi istituti giuridici. Siamo confusi dal fatto che chissà come e chissà perché certi soggetti, per quanto qualche collega li stia sempre arrestando, poi sono comunque in giro per strada.
E infine punto 5), il mio preferito. Purtroppo il Direttivo della Camera Penale di Novara lavora fra i palazzi della giustizia, gli studi e gli uffici. Noi poliziotti invece lavoriamo per strada. Se il SAP è sceso in campo per ribadire alcuni concetti che ritiene importanti un motivo c’è. Ma noi qui non lo diciamo. Basta entrare nei bar e parlare con le persone; fermarsi a fare quattro chiacchiere in un parco; insomma toccare con mano quello che la gente pensa là fuori e si confida a mezza voce, e la risposta sarà semplice da trovare”.